Ami da far male.

Temo di ferirti e t'amo,
ma tu esisti, morirei se non ci fossi
e mi trapassi l'anima col dolore. 
Donna vai via portando i miei tramonti,
sei il pensiero d'orizzonti esistenziali, 
una luce d'enorme colori, 
si tu sbrecci e doni radici umili di cuore. 
Donna ami da far male 
e se tremi ti hanno mossa le paure. 
Se pensi sei persa in un altra guerra di domande. 
Donna sei letale, 
quella avventura su una lacrima che pende, 
sugli schiaffi di parole degli occhi della gente. 
Donna enormemente innamorata del suo uomo, 
della sua più amata pazzia che acclama 
e si disonora nella follia d'amore. 
Cieca, ama con occhi del cuore.
Donna di una ruga compresa, 
che è il solco più bello, 
le adorna il semplice sorriso. 
Donna con la lotta nelle vene, 
sulle sere di coraggio,
odia la bandiera 
e si ancora alla banchina del tempo, 
aspettando un uomo dal mare, 
che porti un voto al sentimento, 
senza pretendere che cada una stella 
e gli doni un'altra croce.
Donna, bella, malandrina,
zingara di passione, furba di professione,
sa rubare baci e amore. 
Donna ventenne, coll'istinto già di una trentenne, 
col morale della plastica, 
gli occhi tatuati del tempo, 
spensierata ed ambiziosa sul marciapiede, 
in pantaloncini sfila come una sposa. 
Donna educata semplice e religiosa, 
la regina del confessionale,
lei accende sempre un cero sulla croce, 
prega le Marie e fotte in sacrestia. 
Donna umile ed operaia, 
disorientata dall'amore, 
lei passa le ore come passa il tempo, 
non osa una frase e non si dichiara, 
ma è sempre innamorata del suo lavoro 
e del suo datore che poi chiama errore. 
Donna, moglie e mamma, 
con l'amante nel cassetto,
i sentimenti negli armadi, 
mentre piega e racconta, 
dalle lenzuola degli hotel, 
le critiche di altre donne infedeli 
e si lamenta d'essere immorale 
nella confusione del suo capitale.