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30 luglio 2014 3 30 /07 /luglio /2014 18:28

Giacinto.

Papà vado alla stazione, stai attento a Giacinto! Così raccomanda il figlio Davide, uno dei più grandi pescatori dell'isola, quando usciva ogni mattina recandosi sul molo, in sua assenza, per pescare. Giacinto era uno dei pescatori più vantati dell'isola, tanto famoso e bravo da pescare dieci chili al giorno senza troppe innovazioni, ma nella semplicità di un retino. Peccato che la sua fama era anche la sfortuna di una disgrazia dovuta ad un'imbarcazione
che, sulla banchina lo costrinse a letto paralizzato. Giacinto era suo figlio, un baldo giovanotto dall'aria intelligente, molto portato nello studio e come hobby la stessa passione di suo padre, la pesca,in poche parole figlio di un marinaio con l'arte della pesca. Ogni mattina Giacinto si reca al molo prendendo il bus delle sei, giù sotto casa, specie nelle vacanze estive. Vicino alla fermata, puntualmente incontrava, un vecchio amico d'infanzia di suo padre ,che aveva il suo stesso nome Giacinto. Guarda caso, puntuali entrambi, ogni mattina alle sei, con l'hobby tra pensieri, tra chiacchierate sul tempo, tra sole e mare,
tra il pescato e naturalmente l' umore del padre del piccolo Giacinto. Il fatto stava, che ogni mattino, Giacinto, verso la fine del discorso, chiedeva sempre una sigaretta al vecchio Giacinto amico di suo padre, che, senza cerimonie, gliela offriva, poi si dividevano nel finire dei discorsi con l'arrivo del bus, entrambi diversi, l'uno, quello del vecchio Giacinto, per recarsi sul posto di lavoro in azienda, l'altro verso il molo dove si recava il piccolo Giacinto per pescare. La sera, al ritorno, si rincontravano e di preciso, anche se scesi dai diversi bus, si salutavano puntuali,il piccolo e il vecchio Giacinto. Così, gli anni passarono tra mattini e tramonti nei periodi estivi, tra cambiamenti rivoluzionari. Il picccolo giacinto, con la solita raccomandazione mattiniera di suo padre, scendeva, con la differenza evolutiva e giovanile di un cellulare e la solita sigaretta che chiedeva nei finire delle albe di discorsi mattinieri col vecchio Giacinto amico di suo padre. Venne il giorno che mentre il piccolo Giacinto, nel riporre il cellulare in tasca durante i discorsi, chiese la solita sigaretta al vecchio Giacinto che disse: Ragazzo mio, con un cellulare cosi costoso! E non comprendi che sono anni che mi chiedi sigarette ogni mattina. Il piccolo sorrise dicendo: Era da tempo che mi aspettavo questa domanda, signor Giacinto, le dico che io non fumo e non ho mai fumato, il fatto del mio chiedere, il che concordo per educazione, ma solo le chiedevo per soddisfare la raccomandazione del suo vecchio amico, il mio papà! Egli mi raccomanda ogni mattina di chiedere una sigaretta a lei, perché lei le getta a terra, senza pensare alle zampette dei colombi e dei Gabbiani sulla fermata, sempre più bruciate, poi con il fatto che se le capita di riporre le cicche nel posacenere, il vento le fa cadere e, se piove gli uccelli bevono acqua e cenere dal posacenere. D'altronde le confido la causa della disgrazia di mio padre. Era sul molo seduto, un'imbarcazione gli finì sulle gambe perché egli era preso da un mozzicone nell'acqua agguantato da un pesce e gli artigli in volo di un gabbiano accanito che gli aveva afferrato il suo viso, mentre la barca gli mozzava le gambe. Papà, da pescatore ed operaio di vita non se le è presa mai nè con i gabbiani, nè con i colombi e nè con le imbarcazioni, ma capì la vera causa. Fu lo stesso gabbiano che glielo fece capire portando ogni giorno sul suo davanzale i mozziconi raccolti da terra e da allora, egli cerca sempre di insegnarmi la buona educazione per aiutare mio prossimo.

Giacinto.

Giacinto.

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