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7 maggio 2015 4 07 /05 /maggio /2015 07:48

STELLA DI PATRIA

DEDICATO A TE, LUCCIOLA DI CIELO, CHE INDOSSANDO LE ALI DELLA FANTASCIENZA, HAI SPICCATO UN VOLO REALE NELL'UNIVERSO INFINITO E MISTERIOSO, A TE PRIMA DONNA NELLO SPAZIO

LA COSCIENZA NON HA GRAVITA'

Lì, sopra il respiro del mondo, ti appresti al volo, col tuo viso di donna limpido e sorridente, di una naturale innocenza, sembri una bambina con un sogno stretto tra le mani e gli occhi liberi.
Sulle ali di una stella, caduta nello spazio, sazi, annacqui aria con il tuo respiro, con il timore improvviso della tua partenza e avanza l'idea della discordia, temo nell'essere saggio alla tua missione.
Qual è la scoperta che veste l'universo?
Cosa ti attende nella tua caduta?
Dov'è che atterri, se la coscienza non ha gravità?
In un volo sopra il respiro del mondo, con l'anima annerita del cielo che, pulito nacque, ma sul nero brucia l'azzurro suo odierno, colpito da guerre, bombe nucleari e razzi, nelle verticali che stroncano di cenere le aurore delle più belle e dolci angolature.

COME traslocherà IL MARE?

Tu, stella cadente, nel dare, non ascendi sulla naturale vita, ti privi donna, ti ostacoli il dono nello spazio del tuo tempo, perdi sei mesi al vento sul toccarti l'ambizione immaginaria dell'umorismo dell'uomo, sempre più nero e meno felice, poco sociale alla ribalta, trascurando il senso del mare e della vita, della luce del sole, che , no, non può essere eterno, ma rischia sempre più di affogare sullo schermo di un'orbita d'onda tridimensionale, apocalittica come il tuo volo sulla slitta decadente, fallimentare per l'animato, mono, unico raro ed esemplare monolocale mondo.
Tu, stella vegetariana, annusi il cauto sapore nel ricordo d'un fiore, perdi la sua bella e dolce fragranza nella stanza di una navicella che avanza con la sua decadenza fallimentare, nel tocco pulito di un petalo dolce, l'amore.
Si, piombi nello spazio con l'intento di dare e sapere, inventare e cercare, ma come, dimmi come, traslocherà il mare?
Dimmi, mia stella di donna cadente, dove ammirerò le altre stelle se tu vuoi un altro mondo?
Come farò ad affogare un pensiero all'orizzonte e nuotare nella passionalità di un sogno stretto sulla riva incantata delle onde?
Mia donna saltata nell'universo, quaggiù ce n'è di spazio!
Cobalti bagliori e raggi di arcobaleni, colo di luci di piccole lucciole su dolciastre bacche, nel bagliore inebriante della luna che ci investe nella sua miracolosa magia. Sembra quasi che tu abbia lasciato una fortuna!

LASSU' IL CORAGGIO E' VITA

Amor di donna, il tuo coraggio sale, si è sale, chissà se senti il suo profumo corroso, se ti affanna il patos, in una corsa inclinata, nel battere contro il più duro muro d'equilibrio.
T'ammiro, anche se contrario al tuo volo, ma io so calpestare e la mia corità è l'eco avanzato nel futuro di uno spazio di domate domande, franate come la neve che, adesso, ammirerai dall'universo.
Dentro ti sembrerà una luce spaziale sul freddo che lassù ti mancherà, ma è solo un gelo, basta aver paura e il tuo coraggio darà la risposta al volo della tua sognate avventurosa missione.
Sai, si nota, è musica fatta con l'impresa del tuo cuore.

LE CONCUBINE STAGIONI

Ora temo, il tremore del timore nelle giornate del tempo, di perdere una goccia sul viso, nello spazio del tuo stellato paradiso.
Lassù, oltre le nuvole del clamore, scende una pioggia piccola, una dolce pioggerella col fruscio di un suono che sì appoggia nel cadere ed atterra su un umile fiore, sbocciato con gocce oleastre di sole e rugiada, coltivato con il naturale dell'amore, concimato nel seme del vento.
Suda con il terreno, un frutto lento, rotolante nelle concubine stagioni, sfoltite nei capelli di una primavera corta e smarrita, ostacolata dalla vanità incolta di un dicembre svistato ad una porta sfiorita di un'estate d'accoltellato agosto, che non trova posto e bussa sul continente del mondo del perduto autunno.
Lui, l'autunnevole illusione di un tramonto sfigurato nell'aria abominevole di un aprile sonante, sgualcito nelle tempeste d'alberi, ancora sfollati, disabitati dal pazzo inverno gocciolante.

TI SPEDIREI UNA GOCCIA

Una goccia, lo sai, adesso, te ne spedirei una lassù, nello spazio.
Una goccia di pioggia da regalarti, limpida come i tuoi occhi, puliti, celestiali, come le dolciastre tue gote, immense nel viaggio spaziale.
Bella, è bello nel truccare le abitudini di donna, una donna gravitazionale, con la cura di uno specchio di contorno, sveglia senza nuvole, senza l'albe del giorno, per mezzo anno del suo tempo, che è sua vita primordiale, come donna, dona, da un'eternità, il suo corpo mantellato di stelle, per difendere la luce terrestre dell'uomo passato ed odierno, uomo immaturo che, grazie a te, donna sa maturare nel tuo grembo, nel tuo tempo di premure; forte sei nei fiumi e vita nella trasparenza dall'anima alla pelle

STELLA DI PATRIA

Inventi il colore, sei ampia storia di voce sul passo pavido, innocente del pargolo stellato, caduto nelle tue braccia predisposte all'amore sull'urlo del tuo, del suo ed insieme unico battito di cuore nel vivo del mondo. Una sola anima universale, nel dolore nasce e cresce, ma senza l'opinione evoluta di uno spazio laterale, gli bastano le scie colte dal cielo delle premure,nell'anima dello spazio, riposta dalla luna, nel buco nero dell'universo.
Lì, l'eco del mondo grida forte il suo alato cinguettio, bussa con le zampette, vuole la pace, non il fumo di guerre inutili di un uomo che osa sterminarsi da solo, perdendo la luce di un volo raro, il vivere, e tu, serena mia stella di sole e terra d'arance, brilli sui rossi tramonti, difesa dai monti di un Dio di cuore, il tuo che, senza materia, è vivo.

LA VITORIA EMOTIVA

Sale nel cielo col getto d'un fuoco per rischiare senza assaporare, senza aspettarsi una vittoria.
Ma , tu, donna inno di fluente brivido di speranza, avanzi. chi lo sa, chi può dire che nell'universo non possa nascere un fiore, magari spaziale, coltivato dalla luce di Marte e Giove.
Viva le gioie! Quelle terrestri e spaziali, quelle delle missioni umanitarie, unite per scopi di bene, sulle viste cordiali e gentili per un prossimo, sulla rotta dei figli d'amore, loro che godano lo sforzo e imparino il gesto del tuo, del nostro, del vostro umano sacrificio.
L'emotività resta, è dipinta nel quadro di un decoro fuggente sulla bella emozione cadente, come te, stella esaudiente di sogni, tasti i meteoriti pensieri nel tuo viaggio di galassie, se qualcosa ci fosse, se esistesse, magari un altra vita, è umana, si, ma non come quella nostra attuale.

LA DURA SCIA

Scusa, non ti voglio rattristare, stella mia, ma, qui, sulla terra, giace ancora la malinconia, a volte tormentata con l'ombra notturna e silenziosa della sopravvivenza, come un pesce morente senza un lago di raggio nella lotta con l'amo del regime e spesso, da solo, dichiara la sua fine.
Muta la pelle del dissociato, raro è il tuffo occupazionale di un lavoro da dare, anche per campare sopra queste pietre di tante statue dure di vie, svelte nell'arrendersi, colte, vestono il dolore,ma tu sorridi, sorridi di amore, si, tra lo spazio e la terra c'è una stella che ci unisce. E' la stella dell'amore, atterrata col vento, venuta da una galassia mistica d'indecifrabile direzione. Si posò sul sospiro dell'anima del mare, diede un nome al sorridere dell'onda espressiva e nacque la prima riva dell'amore infinito, più di un'orbita sconosciuta, ma molto raro e condivisibile anche con un alieno.
Dona un senso vero, serrato,accetta nel bene, odio e cuore, tra forme di qualsiasi mutamenti di uomini o animali, ci rende sani. L'amore vince da sete, sazia la fame, toglie e dona paure, lascia segni eterni anche nello spazio dell'universo, scritto dalla prima fonte, la vita.

Ti lascio e ti dono queste mie piccole note, appunti d'espressione, abbagliate di lune scritte dall'anima mia guardiana e fedele a te, uomo.
Ti firmo di nuovo con la mia zampetta di vita, adesso , lunare.

Laica

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