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11 ottobre 2015 7 11 /10 /ottobre /2015 17:18

Desideri .

Stringi, stringimi forte, fammi male,
stringimi e fammi sentire,
fammi capire sulla pelle
che di amore si può soffrire e morire.
Stringiti forte a me, che ho voglia di volare e d'esser vera,
ho voglia d'ammirare anche io la luna,
ho voglia di te, di non aver più paura,
voglio desiderare tra le stelle per desiderare te, amore,
sempre te, al mio fianco in tante notti tra fragori,
stringimi nel tuo magnifico sapore,
immenso, amami stravolgimi con la tua voce,
col sorriso negli occhi, bagna i miei di gioie
Si, dammi tutto e fallo col cuore,
perché noi siamo fatti di cure,
siamo due ali nell'anima del sole.
Stringimi amore, non badare alle ore,
perché noi siamo il nostro tempo tra noi non esiste inverno,
siamo un eterno calore, un'infinita estate
sprovvista di odio e di piogge, ma viva di tempeste
splendenti di fiori di primavera e armonia di stelle.
Stringiti alla melodia di me, del mio cuore, amore,
balla e danza tra lucciole e falene,
stringiamoci in tutte le sere all'evenienza
delle carezze, che ci evidenzia forti,
ma tanto fragili dentro, tra tante colpe
inutili passate.
Amami, incidi e lega sul fiume la nostra anima sincera,
stringimi e fammi dimenticare le orme
clandestine del passato,
cancellami le tracce oscure dell'abbraccio di dolore,
fammi sorvolare i pensieri delle lunghe notti vuote,
nel buio dell'incertezza di vivere, occupando solo aria,
stringimi col pensiero del cuore di esser sempre in due, pronti a fare l'amore.

Desideri.

Desideri.

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11 ottobre 2015 7 11 /10 /ottobre /2015 17:18

Sull'orlo fragile.

Scene ammutolite,
sogni freddi,
promesse e desideri,
voci cadute in scontri e sconforti
su conflitti che ti porti nelle notti
da una vita sospetta,
perché riaperta troppe volte e
ripassata, rivissuta in tante
rive straripate e sprovviste di porti
d'amore, non accetti, che nel verso del vento,
nessuna parola convince ed ancora
la tua vita al molo di una femmina sicura,
perché una donna vale ed è il valore
paragonabile al giorno,
un gioiello splende di più nel sole,
un vestito firmato oscura il cuore,
ammala, sembra quasi un inganno
se pensi al tuo guadagno,
un'alba può nascere e sorgere
nella delusione, se dentro il suo calore
ci sono imbavagliati
tanti raggiri o maschere di confidenze
gettate come coriandoli sbiancati
di parole per apprezzar illogiche fantasie,
così oggi, di tanto in tanto,
vedi e annoti chi e come
sanno farsi donne recitate di bene,
quasi sull'orlo di metterti creduto e stupido,
tonto e innamorato, così varcato
e inferito di bene per esser preda,
e perdere la parte migliore
di vita, quella che vive dentro.
L'amore è utile alla follia, chi ci crede e convive, se ne fa una malattia.

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11 ottobre 2015 7 11 /10 /ottobre /2015 17:15

Svegliati, viviti che la vita passa, tutto non torna e ti frena, nulla non fa una sosta se vive, il vento corre soffia e segue la sua ragione, il sole splende e brilla verso le sue lune,
il mare ondeggia paziente alle onde delle tue terre, il domani è oggi più di ieri, il tempo è un volo che copre i sacrifici per i prossimi figli, l'amore è la forza del bene, che rassereni nelle tue ali di volontà, abbi fede in te steso, viviti per essere vissuto.

Svegliati.
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27 settembre 2015 7 27 /09 /settembre /2015 16:37

Na lacrìm e lontanànz

Lontano, in una lacrima fredda,
cù l'anema scassata,
o' viento m'azzoppa e penzier,
so' e note da notte,
vedo a vita ca'canta na' strofa storta,
tutto mi fa cadere nella tristezza,
qui giace troppa mancanza,
manca un'anima di calore,
a volte una cura la senti come una minaccia,
perché diventa rara
come un sogno o' un desiderio.
E quando sei lontano,
la lontananza ti fa sentire morto,
specialmente, quanno partono nella notte i pensieri,
si, e pensièr, mannaggià
e pensi ca fòrz'' è l''ammòr,
ca' Cainò è o'' destinò,
che mancanza stà lontananza,
ti fa perire pure o' mare,
o''dòc do' sale e chella carezza,
cù'' nu vas dintò o cuorè,
commè è fridd stù'' ricòrdo,
m''gèl o''penzièr e calore,
me manca o' Vesuvio e ne 'eruzione,
sta mancanza,
sta strada infame e lontananza
non da niente intorno,
nemmeno un'ala di un gabbiano,
io non volo e non sogno,
non vivo più un tramonto,
se non torno a Napoli,
mannaggià è, diventata il mio tormento.
Mia Lunà bella, crè stù'' fragòr amarò,
crè stu cièlò cà'' tremmè
e fa tremma a vita mia,
ppe na lucè ca' mancà,
forsè è sperànz sta luminànz,
o'' tiempò nù'' passa
e mo''pàss''sta maledetta notte luntana
e sul' chin e nostalgia,
quale imbroglio si è rubato l'armonia
e chella anima azzurra nnanze o'mare,
bella chiena e surrise,
commè è doce stu' penzier,
me da coraggio stu' bagliore,
me fa scanzà a disperaziònè.
piango pp' te Napule',
po' paese do'sole,
chìangn n''''dò còrè lacrime
e penzìèr chìnè e desìdèr e te, l'ammorè.

Dipinto
S.Ciaramella.

Na lacrìm e lontanànz

Na lacrìm e lontanànz

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22 settembre 2015 2 22 /09 /settembre /2015 11:40

Discordia. Perdoni ammutinatiti gente dal profondo, alza il grido di ciurma, è un solo non merita, la pena di perdono, lo sgombro è un facile pilota politico, è un pesce vistoso di fame all'eccesso, l'udire è la stupidità tra le onde, il nulla un vomito violento è feroce, ormai un solo uomo, è il tutto tranne il niente, che dispera, si muore e si spera sulla nave dell'universo pilotata dal pilota timone, un legno molto duro come uno scoglio in uno squarcio di ferro. che non rimarrà mai sereno, ma aperto. Forse chi non pecca non getta la pietra, ma se una pietra è rotta alla deriva di due passi, cristo, tu non passi e non cammini. Nemmeno uno scoglio s'ancora alla vita di una scogliera eppure eri li fermo il moribondo decadente dall'anima penetrante colato e calato in sosta di pene, si pene nere di bui che galleggiano sui visi di falsi amarti su facce ridicole che nemmeno l'anima del mare non sa sopportare, non sa spostare e non vuole nemmeno arenare i ricordi sofferenti tra le lacrime, di un relitto indifferente. Il timone di stupidità, l'essere che passeggia e cena davanti al relitto, sotto il petto niente gli trema. All'orizzonte il forte eco dal profondo il grido del mare di giustizia urla inginocchio dall'angolo dell'abisso, piange per la ferita di vergogna sommersa per la discordia di questo mondo.

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9 settembre 2015 3 09 /09 /settembre /2015 17:56

Mia amata.

Alzati, mia tenera,
nella forza della mia carezza,
sgualcisci il mio bacio,
stringi forte a te quest'uomo.
Io, il re delle rovine,
ma con te accanto dei sogni,
si, con te il tempo è di giorni
fatti di sogni, io ti vivo,
ti forgio negli occhi e dico ti amo,
io non temo, sono un uomo
vero, reale, si, deciso per te, perché
mi innamoro di te,
non mendico altre parole,
né fandonie, sguscio l'animo
dal profondo, mi apro, son sincero,
ad ogni tuo arrivo, tu mi emani
il tremore, si, quello vero, bello,
forte, io son pazzo della tua luce,
mi accerchio delle tue arie,
si, e me ne frego di tutti,
combatto le invidie
aguzze e le baggianate,
spinte su quelle facce
di amore, ma dall'animo feroce,
loro sono gente permanente.
Tu, invece, sei mia e la tua anima
mi ama e non mente,
è sincera, come la notte,
la mia notte fatta di bui, ma con te è forte più di mille buoi,
non esito notte, che non sa
corrompere il tuo cuscino e
spalancare per te le porte del petto mio,
per donarti dolcezza.

Ad un donna non mendicarle parole d'amore.
Non è vita senza una donna, se per vivere devi rinascere,
per poi saper tornare e morire, in ogni istante sulla sua bocca.

Mia amata.
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25 agosto 2015 2 25 /08 /agosto /2015 22:06

INTRODUZIONE.

"L'ARCATA SOPRACCIGLIARE"

Se nella fede gli oblii si radono e le persone soffrono per un arcata acuta nel sopraccigliare di danno, si persevera male.

Al che, su quell'arco umano cigliato si esita, si esilia, ma forse non sai,

che se fossi tu a vivere nel gozzo di un cuore, sulla lacrima di gola ad impatto confuso di esserne inconsapevole tra un respiro di buio,

se parlasse tutto l'amaro, saprebbe dire che ascolto di notte le asprezze spezzate che io sento, ma se fossi un fatto, ti direi, ho un male dentro, quindi mi confesso e se parlo, recito e respiro solo quella voce chiara, che parla di soave compagnia all'anima che dimora negli occhi di un uomo illustre, nell'umore di un inverso, ma io un umano diverso.

Sull'acuta ignara sofferenza adolescenziale si sussurra e mormora l'interrogativo omosessuale, si mormora l'alluvione del temporale, si annuvolano delle frasi su urla tra i lividi in mari e venti d'ignoranze,

si soffoca da ragazzo e si può morire sui mulini delle radici del male,

di goccia in anima e il nascere possa terminare la fase più orribile di un futuro uomo di modesta vanità da poterne vendere.

Scrivo il dolore inferto di una cosca di omofobia, un incito sulle riflessive dell'amore per dire anch'egli ama, quindi non voltarti e credere che sia un essere in male.

"Andò lontano oltre è il dove e mai nessuno lo incise e credette"

Libro "L'ARCATA SOPRACCIGLIARE" Di Salvatore Ciaramella.

Libro "L'ARCATA SOPRACCIGLIARE" Di Salvatore Ciaramella.

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11 agosto 2015 2 11 /08 /agosto /2015 20:03

Ciò che dio unisce nessuno separi,

Cosi l'ombra del mare si innalzò in volo e divenne cielo,
le acque di piogge caddero e si udì la tempesta dei tuoni
sulle parole, che poi, dopo secoli, incisero
nell'incito la vanità incitata a sottomettere troppe volte l'esistenza dell'uomo,
sempre affamato e assetato, nel declino dei sui roghi
passati nelle arie delle sue ceneri di vento.
Disperso nei venti, con le sue povere anime
cresciute da credente educato nelle
scritte di speranze, per far soffocare e arrendere i prossimi
giorni liberi nell'annunciata vita di se stesso, un uomo.
Dalle vostre, alle nostre e qualsiasi altre scritte
che non potranno mai essere i giorni futuri, ma solo
esperienze di vita passata su passi già vissuti e avversità del tempo
arreso, oppure reso solido e duro da frasi e altre premunizioni da tesi espresse da pure ombre di fantasia.
Ali agli uccelli che possano volare, allora, io, libero raggiungo in volo un'altra vita, quanto dista il paradiso,
dov'è la via alata degli angeli?
Nella città dell'eden oppure volo sull'altrove e cerco altre lune?
Così, tante volte, da un perchè si svista e nasce l'interpretazione dell'irreale, in molti uomini, tante volte, da secoli
è stata scolpita e narrata una guerra procreata da scritte, dure come la stessa pietra ,dove viene ancora resa la metafora condizionale e mal interpretata, che costringe i gesti inutili a condizionare al di là dell'essere un uomo e il suo pensiero, che è il filo rasato convincente ed illusionista. A volte si ascolta, si legge mentre la mente percepisce e sa barare al corpo tramite il cervello,
che osa, sa convincere nel plagiare la vita umana
ed asseconda i gesti sui giri dei giorni, sviando, nei bivi della propria paura e follia, i passaggi di pensieri nel buio, promettendo un giorno di luce in un paradiso, che sembra sempre che disperda la volontà nel dubbio e si occupi poco del proprio mondo.
Il mondo creato da una soffitta di sole rovente, cosi vago,
che dimentica, nell'andar di via la propria natura e si tatua la morte sul fumo di guerra.
Il mondo, un'anima sospesa con la sua naturevolezza soffocata in un viadotto, per le dimensioni dimenticate dall'uomo,
da secoli in secoli, si va e, andando sempre di più, nello spazio si ghigliottinano le ampiezze del prossimo, il mondo è dell'uomo, è la sua duna di vita.
Agisci, fatti forza, se non puoi alzarti, allora vola con la tua fantasia e salva il tuo mondo perduto, quel tuo piccolo orto di terra sa fare grandi cose, cammina sfinito sulla tua riva come un gabbiano affannato che non si arrende, perchè insegue le tracce del bene e detiene l'amore, lo stringe stretto nella bocca per i suoi figli,
una mensa che dispensa dal mare del loro domani. I suoi figli, in un volo sul cielo dei prossimi che verranno.

Il cielo dei prossimi.

Il cielo dei prossimi.

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7 luglio 2015 2 07 /07 /luglio /2015 05:37

Dinanzi ai tuoi occhi.

Ammetto, io ho te dentro e
riesco a sentirti nel mio cielo,
ti sento forte, mi invadi dentro
e la paura di ammettere,
a te fa tremare l'anima dall'emozione
dinanzi ai tuoi occhi,
quei cristalli luccicanti accesi nel mio cuor.
Amor sai infrangerti nello scorcio di pensieri,
sul passo percepito del sorriso,
sai far ridere i miei giorni nell'ironia dei sogni,
cos'è un tormento?
Un rumore lontano senza ricordo,
cos'è temere?
Forse è soffrire di un forse,
in un pezzo di dolore squarciante,
ma con te non esita
e non esiste il dolore
e non esita l'amore,
anche la luna sogna,
è felice e balla con le stelle,
perché tu doni luci rosse di cure e passioni,
tingi la ruggine di colori
delle vecchie e decadenti pensate
e passate ormai perdute delusioni.
Io, innamorato di te,
la donna dell'eterna passione
che decora l'anima di quest'uomo, ora d'amor è fedele perché sa dir t'amo.

Dinanzi ai tuoi occhi.
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7 luglio 2015 2 07 /07 /luglio /2015 05:35
Se, si potesse lasciare allo specchio l'uso del pensiero un'indicazione al dolce sull'animo della via.
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